La vera faccia della PAS

cosiddetta “Sindrome di Alienazione Parentale”, malattia assolutamente sconosciuta in Medicina, assente nei libri di testo, praticamente assente sul motore di ricerca PubMed, ad esclusione di 22 articoli, dei quali solo 14 attinenti e tutti dubitativi, ma tra cui, forse il più importante, a firma Norman Carrey, Editore Capo del Journal of Canadian Academy of Child and Adolescent Psychiatry, riporta chiaramente:
“la Sindrome di Alienazione Parentale è un esempio di sindrome che tenta di “inserirsi” di nascosto …..C’è una seria lobby per includerla nel DSM-5. ……..si tratta della medicalizzazione di un processo essenzialmente giuridico, un artefatto del procedimento giudiziario e la sua denominazione come “sindrome” la mette allo stesso livello, per esempio, dell’autismo. Con questo non si vuole sminuire il vissuto delle persone, bambini, madri e padri coinvolti in queste tristi dinamiche. Ma non tutto ciò che provoca stress psicologico deve diventare una sindrome o un disturbo psichiatrico”

Tale Sindrome non è mai stata confermata, né dimostrata. In 27 anni dalla sua “descrizione” nessuno, tanto meno il suo ideatore, è riuscito a portare dati a suo supporto, né alcuno studio prospettico è stato mai realizzato. Essa è sostanzialmente una ipotesi, antitesi della Medicina delle Evidenze, che è l’unica Medicina cui far riferimento. Nessuno, tra i suoi sostenitori, è mai riuscito a pubblicare un solo studio scientificamente valido per provare tale ipotesi, né a farla approvare dalla comunità scientifica internazionale. Essa è stata ampiamente discussa, valutata e distrutta in tutti i paesi civili del mondo e contro di essa si sono espressi formalmente:
1. Associazioni di magistrati e procuratori negli Stati Uniti ed in Canada, che per primi hanno capito il pericolo che essa comporta al buon andamento della Giustizia,
2. la American Psychological Association,
3. la Asociacion Espanola di Neuropsiquiatria,
4. numerosi studiosi nel mondo.
Una seria lobby ha cercato di inserirla, nonostante tutto, nel DSM-V che è il manuale di riferimento di tutti i medici del mondo per le malattie e le condizioni psichiche, ma pochi giorni fa il Dr Darrel Regier, vice capo della task force che rivede il manuale ha dichiarato ufficialmente che essa non sarà affatto inserita, né come PAS né come PAD (Disturbo dell’alienazione parentale, altra denominazione del medesimo costrutto) nel DSM-V.
Le affermazioni del Dr Regier, definitivamente, escludono l’esistenza di una patologia mentale che affligge donne e bambini, indotta dai divorzi. Al di là del fatto che non si nega il complesso momento emotivo e relazionale che caratterizza le fasi acute di una separazione e non si nega che entrambi i genitori possano tentare di influenzare il proprio figlio per allontanarlo dall’ex-coniuge, o che esistano quelle che più propriamente possono esser definite “difficoltà di contatto”, ma questi comportamenti non configurano un quadro nosologico dimostrato, perlomeno, allo stato attuale delle conoscenze. Pertanto, visto che la Medicina si può discutere nei Tribunali ma si fa solo negli ospedali, negli ambulatori e nei laboratori non è accettabile che una sindrome venga coniata ad esclusivo uso di procedimenti giudiziari e ne vengano applicati criteri diagnostici e classificazioni di quadri clinici e terapia completamente non riconosciuti dal mondo medico. Si fa anche presente che essa, così come dichiarata ed enunciata:
1. prevede una serie di “sintomi” nel bambino e nella madre che sono segni (e non sintomi) anche di comportamento assolutamente fisiologico (per es. nei casi di violenza intrafamiliare) o parafisiologico (normale risposta adattativa allo stress del divorzio) o dovuti a fasi di crescita (che avvicinano il bambino temporaneamente più all’uno o all’altro genitore) etc, ed occorre una diagnosi differenziale attenta e circostanziata,
2. che, soprattutto, la sindrome presenta dei gravissimi pregiudizi di genere (ne sono colpite quasi sempre le madri) senza alcuna evidenza scientifica di tali differenze di comportamento tra i sessi,
3. nega totalmente il diritto all’ascolto del bambino, riconosciuto anche dal nostro paese che ha ratificato la Convenzione internazionale dei diritti dell’infanzia, col presupposto che egli sia “manipolabile” a tal punto da aborrire una relazione parentale, precedentemente ottimale o soddisfacente, cosa anche questa, a conoscenza della scrivente, MAI dimostrata,
4. prevede un trattamento coercitivo, disposto dal Giudice, peraltro gravato, per stessa dizione dei suoi sostenitori, da probabilità di successo quasi uguali a zero, e questo è in contrasto con i principi deontologici ma anche con principi costituzionali che prevedono scelte terapeutiche coercitive solo quando sia presente un rischio grave ed attuale per il singolo o esperito dal singolo verso altri (TSO).

In sostanza, anche se la PAS esistesse, e non esiste, la sua diagnosi spetterebbe ai medici e la sua terapia sarebbe in contrasto con le regole della buona pratica clinica e col nostro Codice Deontologico.
Nonostante questo la sua diagnosi è divenuta di dominio pubblico, continuamente effettuata da qualunque professionista anche non abilitato al processo diagnostico. Al momento è “endemica” nei Tribunali, dove spunta fuori, presto o tardi nelle più devastanti cause di separazione, bloccando le madri con la minaccia di togliere i figli, gravemente inficiando il cammino della Giustizia e la collaborazione di mamme e bambini con Giudici e investigatori. La sua terapia, infatti, così come proposta dal suo scopritore, per altro un attivista della pedofilia, prevede nei casi cosiddetti “gravi” l’allontanamento del bambino dalla mamma e la sua “istituzionalizzazione” prima di passare sotto la custodia del padre. E’ evidente come la PAS stessa sia un esempio di violenza di genere e di violenza contro i bambini.
È stata presentata lettera ufficiale di chiarimenti alla FNOMCeO, la federazione italiana Ordini dei Medici per una valutazione da parte della Commissione Deontologica che sta lavorando sul tema.
Si ritiene anche utile ricordare, o far sapere, che il Dr Richard Gardner citato nell’articolo e riportato in fotografia è un attivista della pedofilia che crede che il rapporto sessuale adulto/bambino sia “benefico” alla specie, come tutte le parafilie. Su questa teoria della sessualità umana, basata sull’assunto che l’abuso sessuale ed il maltrattamento non esistono, ha impostato tutto il suo lavoro, che, per l’appunto, porta alla ideazione della PAS. Si riportano a fine di ben chiarire la situazione qualche citazione dai libri, auto pubblicati, del signor Gardner:
“Più giovane è la macchina della sopravvivenza al momento dello stimolo sessuale, più lunga sarà la durata della capacità riproduttiva e più facile la possibilità che l’individuo crei macchine per la sopravvivenza per la prossima generazione” .
La pedofilia e la pedofilia “intrafamiliare” (cioè l’incesto) è assai diffusa ed è probabilmente un’antica tradizione .
Ed il padre: “Deve essere aiutato a capire che anche oggi la pedofilia è una pratica molto diffusa e accettata tra letteralmente bilioni di persone. Deve capire che nella nostra società noi abbiamo un atteggiamento molto punitivo e moralistico verso questa inclinazione .
… Ha avuto un bel po’ di sfortuna a nascere in questo posto ed in questo tempo…per l’atteggiamento contro la pedofilia, comunque non ci sono ragioni per condannarlo .
La madre: “si sta psicologicamente gratificando (da un punto di vista dei suoi bisogni sessuali) con l’immaginario che le è offerto dalla denuncia per abuso sessuale “
“è di interesse notare che di tutti i popoli antichi solo gli Ebrei sono stati punitivi verso la pedofilia. La nostra attuale reazione esagerata contro la pedofilia rappresenta una esagerazione del principio judeo-cristiano
Ce ne sono molte altre per tutti, compresi Giudici, Avvocati, assistenti all’infanzia, sui quali non vogliamo dilungarci. Occorre però puntualizzare che tutti i paesi civili del mondo combattono attivamente la pedofilia, i suoi promulgatori e tutto quello che ne consegue.
Infine e per concludere, è doveroso ricordare che sia in articoli recenti pubblicati su riviste internazionali il dottor Timothy Houchin, psichiatra dell’Università del Kentucky, sia per voce del vice Chairman della task force per la valutazione della PAS nel DSM-V, che in realtà la PAS è esclusivamente un enorme affare legale, che nasconde un giro da milioni di dollari solo negli Stati Uniti, contribuendo a riempire le tasche di avvocati e consulenti tecnici allungando enormemente i tempi del divorzio, imponendo terapie che non finiscono più, chiamando sempre più professionisti al “capezzale” dei poveri malati. Esiste quindi e va denunciato l’enorme problema del conflitto di interesse che i promulgatori della PAS possono vivere qualora operino come consulenti tecnici nei Tribunali. Ricordiamo che anche la testimonianza di Gardner (sempre a difesa dei sospettati di pedofilia) non fu in vari Stati americani ammessa proprio per l’enorme conflitto di interesse che il medico mostrava. Ed infine, ma non per ultimo, il profondo sconforto che assale qualunque persona che sente appellare queste donne, questi bambini che stanno passando una fase sicuramente difficile e complessa della loro vita, spesso marcata da grande sofferenza, addirittura come “psicotici”, al posto della comprensione, dell’affetto e del supporto che meriterebbero.
In una parola, la PAS non sono non ha niente di scientifico, ed il dibattito intorno ad essa, dopo la esclusione dal DSM-V del settembre us, si avvia definitivamente alla fine, ma continua a nascondere il gravissimo motivo per cui è nata: la difesa di adulti abusanti, generalmente i padri, il cui unico fine è continuare una relazione prepotente di dominio sull’ex-moglie e sui figli, è cioè un moderno strumento di violenza intrafamiliare. Per dirla con le parole dell’ avvocato Ducote “la PAS è il sogno dell’avvocato della difesa: più grande la prova del crimine (rifiuto e accuse del bambino e della madre), più grande la prova della difesa (la psicopatologia)”.
Essa rimane quindi e solo, strumento di violenza intrafamiliare ad uso di padri abusanti e violenti, che speriamo rari, di avvocati e consulenti che speculano sulle disgrazie di bambini, di danno globale all’intera famiglia, anche composta di padri per bene, ma storditi, famiglia che invece permane, perdura anche molti anni dopo la fine del procedimento e che ha il diritto di essere, invece, tutelata e trattata secondo scienza e coscienza ed i principi della medicina dell’evidenza.