Dal bambino “persona” del mondo della medicina e dell’istruzione al bambino “oggetto” del mondo giuridico

http://www.blogtaormina.it/2010/11/23/genitori-carcerati-per-amore/21, 504

A volte si leggono storie strane. così strane che si pensa “sarò io che non ho capito, perché non è possibile!”

Tutte le volte che leggo informazioni riguarda a questa storia, la storia di Stella, trovo che i genitori hanno un passato con la droga, trovo che ci sono carabinieri che hanno fatto irruzioni per trovare droga (e non l’hanno trovata…pare!), trovo che per ben due volte abbiano preso (per favore ..la parola rapito…lasciamola ai sequestratori, non a due genitori!!! qui non si sa il rapitore chi è!) la propria figlia contro un provvedimento di un giudice, poi trovo anche che come due “bietole” (?), si sono subito fatti convincere a riconsegnarsi, e forse quindi tanto cattivi non erano….Si! Forse è sbagliato. Ma il buon Dio ha detto chi è senza peccato scagli la prima pietra. Io non sono sicura che agirei diversamente se mi portassero via una delle mie figlie! Preferisco non esprimermi. Forse farei molto di più, me la riprenderei e scapperei più lontano possibile senza dar retta a nessuno. E’ questo il reato? Levare la propria figlia da un istituto di suore. Che ci fa una bimba di 5 anni tra le suore, in un istituto che è fatto per pregare, mica per crescere i bambini. Capisco un orfano e per un periodo limitatissimo, giusto il tempo di trovargli una nuova famiglia, perché è la famiglia il fondamento della società, la culla del cucciolo d’uomo, mica un istituto di suore che li “cureranno” bene, ma non sono una fmiglia. Se il bambino ha babbo, mamma ed anche una nonna, che, a vederla e sentirla non sembra mica così malvagia, che ci fa Stella là? Forse perché se la nonna ha avuto un figlio con problemi di droga, forse non è stata una grande madre, e allora con meno probabilità sarà una brava nonna? Anche questo è un pregiudizio. Chiunque può avere un figlio che si imbatte in quel macello che è la tossicodipendenza, anche il migliore genitore. E poi, pare, una nuova famiglia affidataria, che va bene, se non ci sono genitori o parenti vicini, ma se ci sono? Che c’entrano loro nella vita della bambina? Ora vorrei sapere dove sta il bandolo della matassa. Forse non siamo informati! Ma vorremmo sapere in cosa i genitori non supplivano ai bisogni della bambina? Era al freddo? Denutrita? Senza cibo? Sporca? In pericolo di vita? Picchiata? O peggio? Perché non ce lo dicono? Se ci spiegano ci tranquillizziamo e smettiamo di avere paura dei sequestri di stato. Se non vi erano questi aspetti, che c’entra punire la bambina togliendola ai suoi affetti perché la mamma e il babbo in passato hanno avuto problemi di droga? O perché hanno gravissimamente contravvenuto ad un provvedimento di un giudice! Cosa che comunque è già successiva alla decisione di estirparla dalla sua famiglia. Ma anche in questo caso: che c’entra la bambina? Perché questa pena inflitta a lei? Su quale studio scientifico si è basata la decisione di quel tribunale di levare una bambina alla famiglia col presupposto evidentemente che la stessa stesse meglio in un istituto di suore? Quale è il ragionamento su cui si basa la motivazione del giudice? Bisogna motivarli i provvedimenti e se sono così gravi motivarli bene. Se i genitori hanno ATTUALMENTE problemi di droga questo non riguarda la bambina, se la curano e amano; se ci sono reati passati, questo non riguarda la bambina. Se ci sono state disubbidienze a provvedimenti del giudice, questo non riguarda la bambina etc. In tutte queste situazioni se i genitori hanno sbagliato, la decisione del Tribunale deve punire il genitore, non la bambina. Non basta il caso Serena Cruz per rendersi conto dell’errore giudiziario? Di quanto male una sentenza ha potuto fare alla bambina, al fratello, ai genitori, alle due successive famiglie affidatarie.  I giuristi non riescono a distinguere il bambino come persona da un “oggetto” dei suoi genitori. e per punire loro glielo portano via! come se il bambino non fosse una persona. Non riescono a trovare un sistema per punire i genitori dei loro errori mantenendo la tutela del prioritario interesse del bambino che è innanzitutto quello di vivere in seno alla propria famiglia. E, per punire i genitori (in questo caso, più spesso le mamme quando sole) levano loro i figli. In effetti impartendo la punizione più atroce dopo la pena di morte, per i genitori ma anche per il bambino, o forse anche prima di questa: il distacco forzato dalla propria famiglia! Una tortura atroce, degna delle deportazioni e dei campi di concentramento, che deve diventare motivo di risarcimento, con un danno quantizzabile vicino a quello della morte, il 100%!