Semplici badanti, non stipendiate!

Un’altra bambina è stata portata via con la forza da scuola durante le ore di lezione, in classe tra i suoi compagni. Un altro rapimento istituzionale. Dalle notizie si comprende che ha salutato la sua mamma al mattino, con il solito bacino, certa che sarebbe stata a riprenderla alle 4 e mezzo. Alle 12 sono arrivati degli estranei e se la sono portata via, in forza di un altro provvedimento di un giudice, anzi di una giudice, mi pare di capire.

E questi sono gli sparuti casi di cui veniamo a conoscenza. Portata di forza a vivere col padre e con la sua nuova compagna, padre da cui non voleva andare a vivere, ma che vedeva regolarmente come tutte le figlie di genitori separati. A 6 anni. Il provvedimento del giudice prevede che veda la mamma una volta ogni quindici giorni, nel fine settimana.  A 6 anni in custodia al padre ed alla sua nuova compagna? Per forza! Perché lo ha deciso un giudice! Mentre la bambina voleva stare con la mamma, come la stragrande maggioranza dei bambini. Ma quello che vuole la bambina non è importante per nessuno: padre, giudice, ctu/ctp e tutti gli altri a seguire.

Dal mio punto di vista, immagino che la madre abbia tentato di ucciderla. Non vedo altre ragioni. Ma se è così, perché poi gliela affidano ogni 15 giorni?

E allora quale sarà l’incredibile motivazione: 1) di affidare al padre, con l’elemento peggiorativo della nuova compagna, una bambina così piccola, 2) di farla vedere così poco alla madre, che invece ha un elemento di vantaggio nel fratello, 3) di forzare così una bambina che per tutta la vita odierà padre, giudici, istituzioni, e persino la scuola!

Ma possibile che neanche dai tragici errori commessi si riesca ad imparare qualcosa: ricordatevi Serena Cruz! Rileggetevi la sentenza e guardate l’evoluzione.

Pensate che, quando si manda un bambino al nido, gli insegnanti chiedono tempi biblici per l’inserimento graduale, per non spaventare un bambino piccolo, per non traumatizzarlo, per convincerlo, gradualmente, che la scuola è un posto bello, dove si fanno tante cose, ci si diverte, dove ci sono maestre che ti vogliono bene e a cui la mamma  ed il babbo ti lasciano perché si fidano. Pensate ai bambini di prima, i remigini, che piangono il primo giorno di scuola, ma hanno la promessa che i genitori saranno lì a riprenderli a mezzogiorno. Pensate a come abbiamo aperto gli ospedali, anche i reparti “difficili” come le terapie intensive per non fare stare soli i bambini, ma sempre col conforto della mamma o del babbo. Come giudicate gli insegnanti o i medici, incapaci di convincere un bambino a fare qualcosa con la gentilezza, l’accoglimento, la tranquillità? Cosa direste di un insegnante che porta via un bambino di peso, mentre urla e si dibatte, come abbiamo visto in un noto video di un povero bambino, o in un altro video di quattro povere sorelline? Cosa pensereste se io, nel mio ambulatorio, invece di impiegare 45-50 minuti per visitare un bambino, entrare in rapporto con lui, guadagnarmi la sua fiducia lo prendessi di peso, mentre urla come un pazzo per obbligarlo a fare quello che non vuole fare? Ecco perché dopo 23 anni di pediatria e 3 figlie, sono stupefatta! Stupefatta! Stupefatta!

1) dall’enorme egoismo dei padri moderni che ritengono di sostituirsi alle madri, che portano via la mamma al loro bambino, in un delirio di onnipotenza, in una voragine di mancanza di umanità., di anaffettività…..per affidarlo a chi? Fidanzate, amanti, amiche, nonne, monache…non si capisce. Lasciarlo solo in casa….tutti casi dove sono stata CTP, agli atti di procedimenti diversi. Credo di non conoscere un padre, tra tutti i genitori dei bambini che ho curato, che potrebbe con facilità, di punto in bianco, cambiare totalmente la sua organizzazione lavorativa e di vita per infilarci “da solo” un bambino. Sarebbe interessante seguire attentamente questa storia, vedere chi porta e prende la bambina a scuola, a danza, dal dentista, dal pediatra, a fare i vaccini, a comprare le scarpe, i vestiti, a conoscere le altre mamme per i pomeriggi da condividere con gli amichetti, chi mette l’elastico alle scarpe da danza, chi prepara la colazione, fa la doccia, taglia le unghie, pettina, compra i codini …potrei continuare all’infinito. Mi piacerebbe anche essere lì, vedere come va a letto, come si addormenta una bambina così piccola che ha sempre abitato con la mamma, che ha con lei confidenza, segreti, abitudini, tutte le routine quotidiane…il suo letto, i suoi lenzuolini, pigiami, bambole, balocchi…persino un fratello! Nulla conta neanche il preziosissimo regalo che le ha fatto la vita: un fratello! Non importa. Tagliare! Come una deportata!

2) dall’incredibile comportamento di giudici, educatori, assistenti sociali, poliziotti…ma dove hanno studiato cos’è un bambino, che bisogni ha? In che libri hanno letto come ci si comporta coi bambini? Forse ho sbagliato io a comprare i libri dove studiare! Ed anche, che madri hanno avuto? Che gli è successo da piccoli di tanto grave da non riuscire a vedere il mondo con gli occhi dei bambini. E se non si mettono da quel punto di vista come possono prendere decisioni per loro, e fare il loro bene? Continueranno, come stanno facendo,  a fare il bene degli adulti.

I bambini sono “mammiferi”, hanno bisogno della mamma. La natura ha previsto per il cucciolo d’uomo, una lunga permanenza accanto alla madre, non necessariamente al padre, dalla quale parte il percorso di autonomia che lo porterà da adulto a staccarsi da lei ed a vivere la sua vita. Tutte le future capacità sociali di quel bambino hanno la base più importante nella relazione con la sua mamma. Tanto più forte e serena è quella relazione tanto più equilibrato sarà l’individuo da adulto, capace di vivere in società, di relazionarsi agli altri, di fare parte di un gruppo con regole e confini. E tanto più sarà capace di amare e di essere a sua volta un buon genitore. Ma come mai si sono scordati cos’è la madre! E pensano di sostituirla con i personaggi più strani? Perché, nel nostro paese, fare il padre è sinonimo di distruggere la madre? E perché le istituzioni e persone di cultura come i magistrati devono farsi strumento di questi deliri? Come mai per i padri separati si prevedono in genere incontri due volte a settimana + un fine settimana ogni due? E per una madre, anche di bambini piccolissimi, si ritiene sufficiente una volta ogni 15 giorni.  E perché si ritiene importante per un bambino vedere il padre anche, addirittura, se è abusante, maltrattante, sottoposto a procedimenti penali fino ai casi estremi di cui è piena la cronaca e alle madri, con grande facilità, vengono interrotti incontri, proibiti incontri, o programmate schedule così rarefatte?

Da quando i padri sono così essenziali e le madri non servono a nulla? Semplici badanti, non stipendiate! Quando non servono più: si licenziano. E senza liquidazione!

Povero nostro paese, alla deriva persino sul basilare concetto di relazione madre-bambino. E povere Istituzioni, ancora sorde, nonostante le infinite evidenze, alla violenza domestica, a come i bambini siano semplicemente strumenti di violenza contro le donne, fino all’estrema ratio, il portarli via alle madri, persino in tenera età, o, addirittura, in drammatici casi, ucciderli!

3) sono anche stupefatta dal comportamento della scuola italiana! La scuola è un posto protetto. Acque extraterritoriali, dove i bambini devono stare tranquilli, dove sanno che possono andare e tornare, dove si fidano, sanno di essere tutelati, amati, curati. Non può diventare un ring! Come mai le autorità scolastiche lo permettono! In questo modo ci costringono a non mandare più i figli nella scuola pubblica. Chi ha i soldi li manderà nelle scuole private, chi non li ha li terrà a casa. E perché questa mancanza di rispetto verso gli insegnanti, verso i compagni. Nessuno più si fiderà. Non si può portare un figlio a scuola e vedertelo rubare senza che l’insegnante possa fare nulla per difenderlo. E nessuno pensa all’impatto sui bambini? Quelli oggetto del sequestro ed i compagni che assistono? Rimarranno per sempre traumatizzati.

Cosa ci si aspetta ora?

Purtroppo, una evoluzione negativa:

la bambina, che, pare con la madre abbia una buona relazione che nessuno potrà mai né infrangere né oscurare né con deportazioni, segregazioni né per provvedimento, soffrirà enormemente!

Sarà impaurita, spaventata, senza più il riferimento materno cui tornare, senza più il suo supporto per andare. Non si fiderà più di nessuno: padre, insegnanti, giudici, poliziotti. Non crederà più in alcun adulto. In questa fase neanche nella madre, ma con lei, una volta grande, ripristinerà un rapporto ancora più forte, perché entrambe vittime e non artefici di questa violenza.

Con buona probabilità identificherà nel padre la causa del distacco dalla madre e la relazione col padre diventerà una farsa. Ben lontana dalla meravigliosa relazione con un padre vero, che tutela i suoi figli e la loro affettività. Come i prigionieri di guerra si adatterà alla nuova situazione per sopravvivere, ma sarà triste, depressa, impaurita, sola.

Gli studi dicono che da adulta avrà una probabilità di suicidio molto più alta rispetto a chi non ha subito l’interruzione traumatica del rapporto con la madre da bambino ed anche problemi di adattamento sociale, scarsa autostima, depressione ed altro ancora.

Se sono stati coinvolti esperti in questo caso, avranno avvertito la giudice di questa pessima prognosi? Altrimenti che ci stanno a fare! Mi auguro che il loro ruolo sia stato quello di esperti, che aiutano la Giustizia fornendo i dati della scienza. Non le chiacchiere. Solo questo è il nostro ruolo. La scelta del giudice mi auguro non si basi sui voli pindarici di test malsomministrati, malinterpretati e soprattutto non indicati né eticamente, né scientificamente. Perché non si  levano i figli ai genitori in base ai profili personologici, ma in base a fatti gravissimi, a crimini, a comportamenti sconsiderati!

E mi auguro che i tecnici abbiano riportato al Giudice i risultati di questi studi, sull’evoluzione dei bambini strappati alle madri, una volta grandi. Non può il Giudice aver preso decisioni così gravi senza sapere a cosa esponeva una bambina così piccola.  Ed a quel padre, quei tecnici avranno spiegato la prognosi della bambina? Sarà stato avvertito di quello che accadrà a sua figlia, alla sua relazione con la figlia? Importante è aver valutato e soppesato bene, pro e contro! Per tutto il futuro immediato e lontano.

Per quanto mi riguarda, e da quello che appare, io rilevo un grande egoismo del padre, il cui comportamento non è certo quello di un genitore preoccupato, una infinita ignoranza culturale ed una incapacità ad emergere da una melma di pregiudizio medioevale, delle Istituzioni.

“la prognosi, per i bambini a cui è stato impedito di condurre una relazione normale con la madre protettiva e amorevole che ha provveduto alle sue cure durante i primi anni di vita, è sempre grave. Questo perché il pericolo cui vanno incontro i bambini separati dalla figura primaria di attaccamento, include aumentato rischio di depressione, bassa autostima e suicidio una volta adulti ed è, quindi, più grande di ogni possibile beneficio. Di conseguenza, il padre che chiede questo, anche invocando “alienazioni”,  non preoccupato per il pericolo molto reale che correrà il suo bambino, sta agendo nel suo proprio interesse non nell’interesse di suo figlio.” Barry Goldstein USA