Assolti perché il fatto non sussiste!!!!!!

Così è andata! Di fronte alla accusa per maltrattamenti (per avere indotto la PAS al figlio) mamma, nonno e nonna sono stati indiscutibilmente e totalmente assolti!

Il fatto non c’è!!! Non sussiste!!!

Se lo sono inventato!!!

Cominciamo, piano piano, passo dopo passo, a spazzar via l’immondizia dal nostro paese, dai nostri Tribunali. Via la sporcizia …. E posto alla scienza, ai dati, ai fatti, ai comportamenti! Come deve essere!

Molti divorzi, dopo una crisi più o meno lunga ….si riarrangiano, si sistemano, si accomodano in nuovi equilibri. E questo accade nel 96 % circa dei casi. La stragrande maggioranza delle persone dopo un po’ di tempo elabora la crisi, risistema le cose e trova un nuovo equilibrio più o meno confacente per tutti.

Ed infatti gli studi mostrano che i cosiddetti “bambini dei divorzi” non vanno male da grandi, hanno in sostanza le stesse possibilità di una buona evoluzione dei bambini cresciuti all’interno di un matrimonio, purché non vi sia conflitto che perdura, sia nel divorzio che nel matrimonio. Nel qual caso, ne hanno, purtroppo, danni duraturi per tutta la loro vita da adulti.

È il conflitto che fa male al bambino, anche tra le mura domestiche, non solo nel divorzio dei genitori. Spesso i divorziati evolvono da soli in un nuovo equilibrio ed anche le schedule di visita al padre diventano aperte e tranquille con figli che vanno e vengono come vogliono loro e come deve essere.

Quando questo nuovo assetto non si realizza quello che dovrebbero fare i professionisti coinvolti è cercare di sciogliere i nodi ed avviare, per la mano, verso un nuovo equilibrio.

E questo è sempre possibile, a parte nei casi in cui vi sia stata violenza domestica.

Nella violenza intra-familiare né l’equilibrio né un nuovo assetto possono essere raggiunti.

In quel 3.8% circa di divorzi, cosiddetti ad alta conflittualità, almeno nel 90% dei casi è la violenza domestica la causa dello sconquasso e con questa non si può mediare o patteggiare.

Bisogna allontanare le persone, dividere le vittime dall’aggressore, difenderle e punire chi ha fatto del male.

Solo dopo un eventuale cammino di revisione del proprio comportamento si può pensare e sperare di ricostruire un legame sano. Non vi è alcuna indicazione per un bambino o una donna vittime di violenza domestica di frequentare per forza l’abusante. Anche questa è una moderna perversione!

Nell’altro 10%  dei divorzi che non si risolvono mai e nei quali non c’è violenza ci sono situazioni anomale, spesso inquinate da fandonie come la PAS, che, lungi da essere utili alle famiglie o al sistema di Giustizia sono ben utili al portafoglio degli “esperti”, come recentemente dichiarato dagli psichiatri americani.

Quando un padre -più spesso, o una madre -a volte, ha col figlio una relazione non corretta, sbagliata, distorta, viziata da modelli educativi non adeguati, o, quel padre e/o quella madre semplicemente non sono in grado, o ancora in grado, di fare i genitori, a volte perché cresciuti in famiglie non adeguate dove hanno vissuto la violenza, l’arroganza, l’autorità al posto dell’autorevolezza, bisogna avere il coraggio di dire a quel padre e/o a quella madre che la loro relazione col figlio non va bene, va rivista. Che è quello il problema, non il bambino.

E questo lo può già dire l’avvocato, non importa il grande esperto è sufficiente il buon senso. Lo può dire il consulente di parte, di quella parte lì, lo può dire l’assistente sociale ….molto prima di arrivare dal Giudice.

Ma se questi signori cominciano invece a dire che la colpa è di quell’altro che mette male col bambino il genitore in questione, che lo denigra, lo infama, mettendo in atto una campagna di denigrazione che non ha giustificazione; che il bambino è indottrinato; che le sue lamentele sono deboli,  frivole, assurde; che usa scenari, termini, frasi dell’adulto perché li copia dal genitore con cui si è schierato; che si  auto-attribuisce tali considerazioni per il fenomeno del pensatore indipendente e dà supporto spontaneo al genitore prescelto mostrando assenza di senso di colpa verso l’altro e tutto questo fa parte del corteo sintomatologico di una malattia inventata nei Tribunali che non esiste in medicina……..capite che non se ne esce più!

Quella relazione con quel figlio andrà sempre peggio, gli scontri saranno frontali, la guerra diventerà nucleare, inizierà una reazione a cascata di denunce e querele mentre avvocati, consulenti ed esperti di ogni tipo diventeranno sempre più importanti, impellenti ed irrinunciabili. Ed il loro portafogli ne avrà un gran bene!

Abbiamo veramente creato un nuovo settore di impiego! Grande imprenditore quel Gardner!

Tutta qui la PAS!

Nei casi nei quali non ci sono violenza ed abuso, con danno a madre, bambino e padre incommensurabile.

Se violenza ed abuso sono invece la causa del rifiuto del bambino e della rabbia e dell’angoscia della madre, la PAS compie il miracolo più grande spostando completamente l’attenzione del Giudice dalla violenza ai comportamenti delle vittime:

Il rifiuto del rapporto col padre, considerato ingiustificato, illogico, inaccettabile del bambino che cerca semplicemente la protezione del genitore più accudente e della madre che cerca di proteggere il figlio e di salvare anche se stessa.

E quanto più madre e bambino sono arrabbiati ed impauriti e rifiutano il contatto, tanto più sono malati di PAS!!!

Tanto maggiore è la violenza – tanto maggiore la paura e la ricerca di protezione – tanto più grave è la PAS e dura deve essere la terapia: dividere madre e figlio e consegnare questo al padre!

Questa è la maledetta PAS cui abbiamo permesso l’ingresso nei nostri Tribunali.

Questo uno dei disastri giuridici più grandi, una delle vergogne del sistema giudiziario americano che non abbiamo esitato ad ereditare, senza ereditarne però l’evoluzione: il rigetto totale dal sistema sanitario e dal novero delle malattie mentali, il rigetto dalle aule dei Tribunali da parte del maggiore organismo dei Giudici delle Corti di famiglia e dei giovani degli Stati Uniti, il rischio di interdizione dalla professione per psicologi, medici e magistrati che la utilizzano nelle cause di affidamento dei bambini.

Almeno fino a ieri, quando il Giudice ha detto “il fatto non sussiste”!